Dossier

martedì 28 giugno 2011

Disturbi sessuali (Parte 5)

Disfunzioni sessuali: i disturbi dell’orgasmo
Anche i disturbi dell’orgasmo, così come gli altri disturbi sessuali sino ad ora trattati, possono riguardare sia l’uomo che la donna e si suddividono in:

  • ·         Disturbo dell’orgasmo femminile
  • ·         Disturbo dell’orgasmo maschile

Disturbo dell’orgasmo femminile
Il ritardo o l’assenza dell’orgasmo è un disturbo dell’orgasmo femminile diagnosticato anche come anorgasmia. Il disturbo dell’orgasmo femminile può essere primario, quando la donna non ha mai provato in tutta la sua vita tali sensazioni, secondario quando una donna conosce le sensazioni dell’orgasmo ed è diventata anorgasmica in un secondo tempo.

La fase di eccitamento determina nella donna modificazioni morfologiche e funzionali dell’apparato genitale (n particolare la lubrificazione delle pareti vaginali). Questa fase di eccitamento se non del tutto “corretta”  può incidere sulla risposta orgasmica.  A determinare il disturbo dell’orgasmo femminile vi sono in primis cause psicologiche, anche se nella maggior parte dei casi l’interferenza psicologica è determinante nella comparsa del disturbo dell’orgasmo femminile.

Le cause fisiologiche legate al disturbo dell’orgasmo femminile sono:
  • ·         Cause neurologiche (sclerosi multipla, discopatia, paraplegia)
  • ·         Cause vascolari (angina pectoris, infarto, ipertensione grave)
  • ·         Cause endocrino/metaboliche ( ipogonadismo, endocrinopatie, diabete)
  • ·         Uso di farmaci (antidepressivi, sedativi, progestinici, adrenergici)
  • ·         Cause chirurgiche

Se bene le cause fisiologiche possano determinare o accentuare il disturbo dell’orgasmo femminile, va detto che la componente psicologica è determinante e gioca un ruolo del tutto primario. Infatti frequentemente il 
disturbo dell’orgasmo femminile deriva da un cattivo rapporto con la sessualità ed in particolare con il piacere. Vi sono donne che quando sentono salire l'intensità dell'eccitamento non si rilassano, provando anzi un certo senso di ansietà. Ciò dipende, di solito, da un'educazione molto repressiva nei confronti del sesso e della possibilità di acquisire piacere dagli eventi della vita.

In altre circostanze si può verificare l'omologo di quella che nel maschio è chiamata "ansia da prestazione". L'aspettativa di arrivare all'orgasmo crea tensione e un'attenzione tanto disturbante a ciò che è desiderato, che toglie la possibilità di vivere in rilassatezza ed abbandono l'esperienza sessuale.

Disturbo dell’orgasmo maschile
Il disturbo dell’orgasmo maschile comprende una serie di disturbi sessuali inerenti l’eiaculazione, pertanto nei disturbi dell’orgasmo rientrano l’eiaculazione problematica, l’eiaculazione ritardata, l’eiaculazione retrograda e l’eiaculazione precoce.

L’eiaculazione precoce è il disturbo dell’orgasmo più frequente tra gli uomini e consiste in un’eiaculazione anticipata che avviene prima della penetrazione e che abbrevia necessariamente le fasi del coito. Questo disturbo dell’orgasmo è presente nel 30% della popolazione maschile.

Per quanto riguarda invece, l’eiaculazione problematica e quella ritardata possiamo dire che questi due disturbi sessuali si caratterizzano per un persistente o ricorrente ritardo dell’eiaculazione (eiaculazione ritardata) o per un mancato raggiungimento dell’orgasmo (eiaculazione problematica o anorgasmia), nonostante vi sia l’eccitazione sessuale da parte dell’uomo. L’eiaculazione retrograda invece consiste in un’eiaculazione interna, che quindi non viene espressa all’esterno con la fuoriuscita del liquido seminale. 

Il disturbo dell’orgasmo, che si tratti di eiaculazione precoce, retrograda, ritardata o di totale anorgasmia, deve tener conto di alcuni fattori, ossia l’età e le eventuali malattie di cui il soggetto soffre. Spesso sono proprio questi due fattori a determinare o acutizzare il disturbo dell’orgasmo.

Inoltre se il disturbo dell’orgasmo è presente sin dall’inizio dell’attività sessuale allora viene definito come disturbo dell’orgasmo primario, mentre se compare in un secondo momento, dopo un periodo di normale attività sessuale, allora si definisce come disturbo dell’orgasmo secondario o acquisito. Ad incidere sul disturbo dell’orgasmo non vi sono però solo fattori anagrafici (età) e fisici (malattie) in quanto anche le situazioni del proprio vissuto possono concorrere alla comparsa di disturbi sessuali e di disturbi dell’orgasmo. Volendoci riferire al disturbo dell’orgasmo e alle sue implicazioni situazionali potremmo quindi parlare di:

  • ·         Disturbo dell’orgasmo generalizzato (presente in tutte le situazioni)
  • ·         Disturbo dell’orgasmo situazionale (presente solo in alcune situazioni)

Studi clinici, effettuati su pazienti affetti da disturbo dell’orgasmo, indicano che le cause più comuni legate a tali disturbi sessuali sono:

  • ·         Traumi sessuali
  • ·         Rigida educazione familiare/religiosa
  • ·         Infiammazioni della prostata
  • ·         Interventi chirurgici
  • ·         Uso e abuso di farmaci
  • ·         Malattie o disfunzioni neurologiche

A seconda delle cause che hanno generato il disturbo dell’orgasmo maschile è possibile intervenire miratamente o con percorsi psicoterapici o con percorsi farmacologici se non proprio chirurgici.


Leggi anche "Disturbi sessuali (Parte 4)"

venerdì 24 giugno 2011

Disturbi sessuali (Parte 4)

Disfunzioni sessuali: i disturbi dell’eccitazione sessuale
I disturbi dell’eccitazione sessuale riguardano sia l’uomo che la donna e risultano essere dei disagi sessuali assai frequenti anche se spesso celati da un costante senso di colpa o imbarazzo.
I più frequenti disturbi dell'eccitazione sessuale sono:

-          Disturbo dell'erezione – Impotenza maschile (che colpisce l'uomo)
-          Disturbo dell'eccitazione sessuale femminile (che colpisce le donne)

Disturbi dell’eccitazione sessuale nel dettaglio 

Disturbo dell’erezione – Impotenza maschile
Il disturbo dell’erezione, noto anche come impotenza maschile è caratterizzato da una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell'attività sessuale, un'adeguata erezione.
Agli uomini che non hanno mai sperimentato un'erezione sufficiente a concludere l'attività sessuale con un partner, si attribuisce generalmente un decorso cronico permanente e si parla propriamente di impotenza maschile primaria o permanente, mentre per gli uomini che hanno acquisito il disturbo dell’erezione in seguito ad una normale attività sessuale si parla di impotenza secondaria. Nei casi in cui l’impotenza maschile sia solo sporadica, allora bisognerà presupporre che il disturbo dell’erezione dipenda da fattori situazionali o conflittuali con il partner.
Le cause dell’impotenza maschile possono essere molteplici e di diversa natura, ossia organica o psicologica. Nei casi di un disturbo dell’erezione di carattere organico, è scientificamente dimostrato che la problematica è risolvibile mediante una serie di trattamenti farmacologici appositamente studiati per la cura dell’impotenza maschile. Altre soluzioni come il filler glandulare, gli integratori naturali, l’ipnosi o altri espedienti non hanno invece dimostrato una rilevante efficacia nel trattamento del disturbo dell’erezione.
Quando l’impotenza maschile è causata da fattori psicologici, il consiglio è quello di abbinare al trattamento farmacologico prescelto una terapia psicologica risolutiva. Le due soluzioni abbinate potrebbero permettere di porre fine completamente al disturbo dell’erezione.

Disturbo dell'eccitazione sessuale femminile
Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile, a volte definito anche come frigidità, si caratterizza per una persistente o ricorrente incapacità da parte della donna di raggiungere l’orgasmo o di mantenere un’adeguata lubrificazione durante l’attività sessuale. Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile è spesso dovuta ad una vaso congestione pelvica che impedisce la lubrificazione e l’espansione delle pareti vaginali.
Tuttavia il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile può manifestarsi nei seguenti modi:

-          Completo, ovvero quando vi è una totale mancanza di impulso sessuale, eccitazione ed orgasmo
-          Incompleto, ovvero quando sussistono impulso sessuale ed eccitazione ma non si riesce a conseguire l’orgasmo
-          Parziale, ovvero quando l’impulso sessuale, l’eccitazione e l’orgasmo si determinano al di fuori del coito
-          Relativo, ovvero quando il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile si verifica solo in determinate circostanze

Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile può manifestarsi sin dalle prime esperienze sessuali, e in questo caso si parla di frigidità primitiva, o presentarsi solo a seguito di una normale attività sessuale, in tal caso si parla di frigidità secondaria. Si definisce infine frigidità transitoria il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile occasionale e situazionale.
Le cause del disturbo dell’eccitazione sessuale femminile possono certamente avere una componente psicologica, anche se in numerosi casi i fattori organici come gli squilibri ormonali (legati anche alla menopausa), gli interventi chirurgici, l’uso e abuso di alcol e droghe o ancora, alcune malattie possono portare alla comparsa del disturbo dell’eccitazione sessuale femminile.
Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile in molti casi è risolvibile, ma è sempre necessario identificare le cause dello stesso affinché si ravvisi la soluzione più indicata. A volte basta la sola terapia psicologica, altre volte il supporto di un trattamento farmacologico (come ad esempio la terapia ormonale sostitutiva).


Leggi anche "Disturbi sessuali (Parte 3)"

martedì 21 giugno 2011

Disturbi sessuali (Parte 3)

Disfunzioni sessuali: i disturbi del desiderio sessuale
Nelle disfunzioni sessuali rientrano i disturbi del desiderio sessuale che a loro volta si suddividono in:
  • Disturbi del desiderio sessuale ipoattivo
  • Disturbi da avversione sessuale
Disturbi del desiderio sessuale ipoattivo
Il disturbo del desiderio sessuale ipoattivo, a volte definito come “anoressia sessuale”, può manifestarsi sia negli uomini che nelle donne e si caratterizza  per una sostanziale scarsità o assenza sia di fantasie sessuali che di desiderio di attività sessuale. I disturbi del desiderio sessuale ipoattivo interessano un numero sempre crescente di individui, basti pensare che negli Stati Uniti oltre il 33% delle donne tra i 18 e i 59 anni soffre di parziale o totale assenza del desiderio sessuale, contro il 16% dei maschi.
I disturbi del desiderio sessuale ipoattivo comportano un vero e proprio disinteresse verso il sesso e un’assenza di fantasie erotico sessuali. Chi soffre dei disturbi del desiderio sessuale ipoattivo è come se vivesse un costante e perpetuo periodo di refrattarietà ( ovvero quel lasso di tempo che intercorre tra un rapporto sessuale ed un altro e che prevede un disinteresse temporaneo verso l’attività sessuale).

I disturbi del desiderio sessuale ipoattivo possono essere determinati da diverse cause, a volte concomitanti tra loro. I disturbi del desiderio sessuale possono dunque originare da:

Cause fisiche: malattie (ad es. tumori), squilibri o carenze ormonali, assunzione di farmaci che prevedono un calo ormonale e del desiderio sessuale, maternità ed allattamento al seno, stress psicofisico.
Cause situazionali: ovvero che si riferiscono a periodi particolari della propria vita. Ad esempio un eccessivo stress lavorativo, un lutto, un conflitto di coppia può essere alla base dei disturbi del desiderio sessuale ipoattivo.
Cause psicologiche: tra le cause psicologiche emerge in primis la depressione la quale distrugge il desiderio sessuale.

i disturbi del desiderio sessuale quindi possono essere scaturiti sia da cause fisiologiche che da cause situazionali o psicologiche. Individuare le cause determinanti i disturbi del desiderio sessuale ipoattivo è però fondamentale per far fronte, in maniera risolutiva, alla problematica. Infatti a seconda delle cause che generano i disturbi del desiderio sessuale ipoattivo è possibile intervenire mediante un trattamento farmacologico mirato o la terapia psicologica.
 
I disturbi da avversione sessuale
I disturbi da avversione sessuale si caratterizzano invece per una costante e continua reticenza (o totale rifiuto) nel contatto genitale con il partner. Generalmente i soggetti affetti da disturbi del desiderio sessuale vivono uno stato di ansia e di timore in situazioni di approccio sessuale con il partner. Inoltre i disturbi da avversione sessuale possono essere il frutto di esperienze sessuali negative o avere una componente psicologica profonda e radicata che porta al rifiuto di qualunque tipo di effusione, baci o carezze comprese.
I disturbi da avversione sessuale si manifestano in maniera occasionale negli uomini, mentre sembrano essere molto più frequenti nelle donne. I disturbi da avversione sessuale tendenzialmente si originano da traumi di carattere psicologico sessuale (ad es. un abuso sessuale o uno stupro), ma a volte anche da una situazione familiare molto repressiva o da un’educazione religiosa troppo rigorosa.
Il trattamento più idoneo dei disturbi da avversione sessuale è quello psicoterapeutico, il quale prevede una estrema comprensione delle origini più profonde che hanno scatenato la problematica sessuale.


Leggi anche "Disturbi sessuali (Parte 2)"

venerdì 17 giugno 2011

Disturbi sessuali (Parte 2)

Disturbi sessuali: le disfunzioni sessuali

Per disfunzioni sessuali si intendono quei disturbi sessuali che non permettono una normale attività sessuale. Tra le disfunzioni sessuali rientrano sia le problematiche femminili sia quelle maschili ed i fattori determinanti le disfunzioni sessuali possono essere sia di natura fisiologica che psicologica. Anzi, molto spesso accade che da una causa fisiologica scatenante si generi una seconda causa psicologica aggravante (ad esempio l’ansia da prestazione sessuale) che impedisce all’individuo affetto dalle disfunzioni sessuali di risolvere a pieno la propria condizione.
È infatti frequente l’associazione tra le disfunzioni sessuali e i disturbi dell’ansia (come ansia da prestazione attacchi di panico, fobie e nei casi più importanti disturbi ossessivo-compulsivi. Va inoltre ricordato che le disfunzioni sessuali possono trovare una valida risoluzione, ma affinché il trattamento delle disfunzioni sessuali abbia buon esito è necessario individuarne le cause scatenanti. 

Infatti quando si è dinanzi a fattori puramente fisiologici, come la carenza ormonale, gli interventi chirurgici, un aumento di prolattina o ancora dei problemi di vasodilatazione, la terapia migliore è quella farmacologica. Fortunatamente ad oggi esistono una serie di farmaci in grado di trattare e risolvere le disfunzioni sessuali sia maschili che femminili. Quando invece le disfunzioni sessuali sono generate o aggravate da componenti di tipo psicologico, è opportuno non solo avvalersi dei trattamenti farmacologici (ove il medico ovviamente lo ritenga necessario) ma anche di interventi psicologici mirati, sia di coppia che individuali.

Le disfunzioni sessuali fanno parte dei disturbi sessuali assieme alle parafilie e ai disturbi dell’identità di genere. La tematica delle disfunzioni sessuali è assai vasta in quanto esistono numerose disfunzioni sessuali che meritano di essere indagate più nel dettaglio, affrontando volta per volta: 

·         I disturbi del desiderio sessuale (disturbo del desiderio sessuale ipoattivo e avversione sessuale)
·         I disturbi dell’eccitazione sessuale (disturbo dell’eccitazione femminile e disturbo dell’erazione maschile – impotenza)
·         I disturbi dell’orgasmo (disturbi dell’orgasmo femminile e disturbi dell’orgasmo maschile di cui fanno parte l’eiaculazione problematica, l’eiaculazione ritardata e l’eiaculazione precoce)
·         I disturbi del dolore sessuale (vaginismo e dispareunia)





l


martedì 14 giugno 2011

Disturbi sessuali (Parte 1)

Disturbi sessuali: una panoramica generale sui disturbi sessuali maschili e femminili
Per disturbi sessuali si intendono delle disfunzioni sessuali, quindi delle problematiche relative alla sessualità (individuale e/o di coppia). I disturbi sessuali possono verificarsi sia per una causa fisiologica, sia per una causa psicologica, sia a causa di entrambi questi fattori.
I disturbi sessuali si distinguono in tre categorie ben distinte, ossia:
  • ·         Disfunzioni sessuali
  • ·         Deviazioni del desiderio sessuale (Parafilie)
  • ·         Disturbi dell’identità di genere
Molto spesso i disturbi sessuali hanno in comune una forte componente ansiosa, la quale tende ad acutizzare i disturbi sessuali non permettendone una reale risoluzione. Pertanto la componente psicologica gioca un ruolo determinante sia nella comparsa che nel superamento dei disturbi sessuali.
Non bisogna però dimenticare che anche i fattori di carattere fisiologico possono determinare dei disturbi sessuali. Ad esempio le carenze ormonali, l’assunzione o l’abuso di farmaci o una serie di patologie fisiche sono tra le principali cause organiche scatenanti i disturbi sessuali.


Disturbi sessuali: Disfunzioni sessuali, parafilie e disturbi dell’identità di genere
Come già accennato i disturbi sessuali si dividono in tre categorie, pertanto,  al fine di comprendere meglio questi disturbi sessuali cerchiamo di capire cosa si intende per disfunzioni sessuali, parafilie e disturbi dell’identità di genere.


Le disfunzioni sessuali: le disfunzioni sessuali fanno parte dei disturbi sessuali e comprendono:
  • ·         Disturbi del desiderio sessuale (disturbo del desiderio sessuale ipoattivo e avversione sessuale)
  • ·         Disturbi dell’eccitazione sessuale (disturbo dell’eccitazione femminile e disturbo dell’erazione maschile – impotenza)
  • ·         Disturbi dell’orgasmo (disturbi dell’orgasmo femminile e disturbi dell’orgasmo maschile di cui fanno parte l’eiaculazione problematica, l’eiaculazione ritardata e l’eiaculazione precoce)
  • ·         Disturbi del dolore sessuale (vaginismo e dispareunia)


Le parafilie: sono note anche come perversioni o deviazioni sessuali  e si caratterizzano per dei ricorrenti impulsi di carattere sessuale, per continue fantasie e comportamenti sessuali spesso imbarazzanti o ossessivi e che per tali ragioni compromettono i rapporti sociali, lavorativi e relazionali. Per parafilie pertanto si intendono:
  • ·         Esibizionismo
  • ·         Feticismo
  • ·         Frotteurismo
  • ·         Pedofilia
  • ·         Masochismo
  • ·         Sadismo
  • ·         Feticismo
  • ·         Voyeurismo


I disturbi dell’identità di genere:
si caratterizzano per un’intensa e persistente identificazione col sesso opposto, associata a persistente malessere riguardante la propria assegnazione sessuale.
I disturbi sessuali sono dunque numerosissimi ed è per tale ragione che nelle prossime pubblicazioni verranno trattate le tre grandi categorie caratterizzanti i disturbi sessuali, ossia le disfunzioni sessuali, le parafilie e i disturbi dell’identità di genere.



Leggi ancheDisturbi sessuali (Parte 2)

venerdì 10 giugno 2011

Orgasmo (Parte 3)

I disturbi dell’orgasmo maschile: tipologie e cause
I disturbi dell’orgasmo maschile si identificano con l’eiaculazione ritardata, anche definita come eiaculazione inibita. L’eiaculazione ritardata prevede un ritardo persistente e ricorrente dell’orgasmo, quindi anche dell’azione meccanica quale è l’eiaculazione stessa.
A volte invece si verifica una vera e propria anorgasmia maschile, ossia una totale assenza dell’orgasmo pur essendoci fattori importanti come l’eccitazione, la stimolazione sessuale e l’erezione. di sovente l’anorgasmia maschile si verifica durante l’atto sessuale di coppia ma non durante l’atto della masturbazione.
Come per l’anorgasmia femminile, anche l’anorgasmia maschile può essere primitiva, secondaria o casuale. Nel caso dell’anorgasmia maschile di tipo primitivo, l’uomo non è mai riuscito a raggiungere l’orgasmo nella sua vita, nel caso invece dell’anorgasmia maschile secondaria, l’uomo sperimenta l’impossibilità di raggiungimento dell’orgasmo solo dopo averlo provato in esperienze precedenti.
Nel caso dell’anorgasmia maschile casuale, invece, l’orgasmo non viene raggiunto ma solo in determinate situazioni in cui si presentano fattori di stress, ansia da prestazione, conflittualità di coppia.
Le cause dei disturbi dell’orgasmo maschile sono generalmente di carattere psicologico, mentre i fattori fisici è più facile che determinino altri tipi di problematiche sessuali come l’eiaculazione retrograda.
È pertanto necessario comprendere che i disturbi dell’orgasmo maschile sono maggiormente legati ad una difficoltà di raggiungere il piacere e non necessariamente comportano una mancanza di eiaculazione, se mai l’eiaculazione si verifica ma non viene accompagnata dal piacere dato dall’orgasmo.
Ma allora quali sono le cause psicologiche legate ai disturbi dell’orgasmo maschile? In primis vi sono i traumi legati all’infanzia o all’adolescenza, quando cioè è più facile che il sesso e la sessualità vengano vissuti come tabù o come colpe.
Spesso i traumi si legano a quella che è l’educazione sessuale impartita dalla famiglia o dall’ambiente scolastico. Altre cause dell’anorgasmia maschile sono invece legate alla coppia, infatti conflitti, incompatibilità o rabbia possono impedire all’uomo di raggiungere il piacere, quindi l’orgasmo.
Di fronte ai disturbi dell’orgasmo maschile, l’uomo dovrebbe reagire evitando la totale chiusura in se stessi e cercando principalmente di affrontare il problema mediante il dialogo. Per tale ragione una terapia cognitivo-comportamentale può essere d’aiuto e spronare al superamento dell’anorgasmia attraverso il dialogo specie con il/la partner.

martedì 7 giugno 2011

Orgasmo (Parte II)


I disturbi dell’orgasmo
I disturbi dell’orgasmo possono riguardare sia gli uomini che le donne, anche se le statistiche e gli studi scientifici hanno dimostrato che ad avere maggiori disturbi dell’orgasmo sono le donne, mentre a presentare maggiori disfunzioni sessuali (impotenza, eiaculazione precoce, eiaculazione retrograda etc.) sono gli uomini. Ma in cosa consistono i disturbi dell’orgasmo? Quali sono i disturbi dell’orgasmo femminili e quali quelli maschili?
Cerchiamo di approfondire l’argomento riguardante i disturbi dell’orgasmo facendo una distinzione tra i disturbi dell’orgasmo che spesso colpiscono le donne e i disturbi dell’orgasmo che invece riguardano gli uomini.
I disturbi dell’orgasmo femminile
Per disturbi dell’orgasmo femminile si intendono o la difficoltà a raggiungere l’orgasmo o la totale impossibilità di conseguire un orgasmo anche in presenza di una intensa eccitazione e stimolazione sessuale. Secondo gli esperti una diagnosi dei disturbi dell’orgasmo, a cui può esser soggetta una donna, può essere fatta valutando una serie di fattori, ovvero l’età, l’esperienza sessuale, l’adeguatezza della stimolazione sessuale che si riceve e la condizione psicologica con cui si affronta l’atto sessuale.
L’incapacità o impossibilità di raggiungere l’orgasmo dopo una adeguata stimolazione sessuale è detta anorgasmia coitale. Quando tale impossibilità o incapacità di raggiungere l’orgasmo avviene anche o solo con la masturbazione, allora si parla di anorgasmia masturbatoria.
Secondo gli studiosi della Società Italiana di Medicina il 12,2% delle donne italiane non ha mai provato un orgasmo, il 33.6% dichiara poi di non riuscire a conseguire l’orgasmo durante il coito, mentre  più del 47.2% sostiene di fingere regolarmente un orgasmo per non ferire il proprio partner.
Tali dati mettono in netta evidenza una realtà comune a numerosissime donne, ovvero che l’orgasmo è concepito come un problema “tabù” da non rivelare perché imbarazzante e mortificante. Dobbiamo però specificare che molte donne non raggiungono l’orgasmo durante il rapporto sessuale, ma vi riescono benissimo mediante la masturbazione. In questi casi non è clinicamente corretto parlare di anorgasmia, in quanto la donna che riesce a procurarsi piacere non può esser ritenuta affetta da disturbi dell’orgasmo.
Disturbi dell’orgasmo femminile: tipologie e cause
Abbiamo detto che per disturbi dell’orgasmo femminile si intende l’incapacità o impossibilità di raggiungere l’orgasmo. L’anorgasmia può però essere distinta in primitiva, secondaria o casuale.
Per anorgasmia primitiva si intende un’assenza di orgasmo sin dalle origini. Ciò significa che una donna affetta da anorgasmia primitiva non ha mai sperimentato un orgasmo né mediante il rapporto sessuale, né mediante la masturbazione.
Per anorgasmia secondaria invece, si intende la difficoltà di raggiungimento dell’orgasmo  da una certa fase in poi della propria vita sessuale. Questo vuol dire che la donna ha sperimentato l’orgasmo ma poi ad un certo punto ha smesso di raggiungerlo.
L’anorgasmia casuale, infine, è l’incapacità di raggiungere l’orgasmo solo in situazioni ben definite. Ad esempio la scarsa conoscenza del partner, situazioni di stress o conflittualità sono i maggiori fattori scatenanti l’anorgasmia casuale in una donna.
Nella maggioranza dei casi l’anorgasmia, che sia primitiva, secondaria o casuale, ha come cause principali quelle di tipo psicologico. In altri termini, le donne che soffrono di anorgasmia hanno un rapporto problematico o conflittuale con il sesso e con la sessualità dovuto a inibizioni e tabù fomentate nella società (specie nel periodo adolescenziale).
Tuttavia, nonostante molti problemi di anorgasmia derivino da fattori psicologici, in vari casi l’anorgasmia può anche dipendere da fattori fisici e più precisamente da disfunzioni organiche come le aderenze clitoridee, il rilassamento della muscolatura pelvica, la fibrosi, la sclerosi amiotrofica laterale , la malnutrizione, la spina bifida, il diabete, l’obesità e via discorrendo.
Quando una donna sviluppa una qualsiasi problematica relativa all’orgasmo, dovrebbe parlarne con il proprio partner e prendere in considerazione un consulto ginecologico che escluda eventuali disfunzioni di tipo organico. Una volta appurato il proprio stato di salute, e sfatata l’ipotesi di una qualunque patologia, l’anorgasmia dovrebbe essere affrontata serenamente mediante una psicoterapia individuale e di coppia.


venerdì 3 giugno 2011

Orgasmo (Parte I)

L’orgasmo : molte coppie non lo raggiungono
Numerose ricerche riguardanti il comportamento sessuale e la sessualità più in generale, dimostrano che un gran numero di coppie non raggiunge l’orgasmo e che circa il 50% delle donne in età compresa tra i 14 ed i 26 anni non ha mai raggiunto un orgasmo. Tuttavia, chi ha provato l'orgasmo sa bene che non vi è sensazione più forte, nonostante l'intensità dell'orgasmo vari a seconda di diversi fattori come il grado di eccitazione, il coinvolgimento e la serenità con cui si vive l'atto sessuale e l'orgasmo in se.
Partendo comunque da questi dati statistici, cerchiamo di fare luce su cosa sia l’orgasmo e su come questo venga vissuto sia dall’uomo che dalla donna.
L’orgasmo cos’è?
Volendo dare una definizione “tecnica” dell’orgasmo, possiamo dire che l’orgasmo è la reazione finale del corpo all’atto sessuale ed è una conseguenza delle fasi di eccitazione sessuale di zone erogene ed organi sessuali. Tutti, sia uomini che donne possono raggiungere l’orgasmo, anche se il processo orgasmico nei due sessi è differente come pure differente si dice sia la sensazione che gli uomini e le donne provano al raggiungimento dell’orgasmo stesso.
Certo è che l’orgasmo è un momento molto particolare in cui la percezione del tempo viene ad essere offuscata da un senso di estremo piacere, l’orgasmo appunto.
L’orgasmo maschile e femminile: reazioni differenti per mente e corpo
L’orgasmo maschile
Gli stimoli necessari a conseguire l’orgasmo variano da uomo a uomo ed è per questo che da uomo a uomo sono variabili anche i tempi con cui si arriva all’orgasmo. Quello che è certo però è che per giungere all’orgasmo sono necessarie altre fasi sessuali, ovvero l’eccitamento e la fase di plateau. Sono proprio queste due fasi precedenti a determinare l’orgasmo e quindi l’eiaculazione (da non confondersi con l’orgasmo).
La fase di eccitamento è caratterizzata dall’erezione che si ottiene mediante la stimolazione sessuale che, ricordiamolo,  può essere fisica, psicologica o semplicemente visiva. La fase di plateau invece corrisponde al momento di massima eccitazione, per cui il glande aumenta il suo volume e il sangue affluisce in maniera più rapida al pene. Se la fase di plateau non subisce “cali” si arriva ad un culmine, ovvero all’orgasmo, che nell’uomo corrisponde al momento dell’eiaculazione.
Molti confondono quindi l’eiaculazione con l’orgasmo, in realtà l’eiaculazione è un processo meccanico che permette la fuoriuscita di liquido seminale, mentre l’orgasmo è un processo mentale che racchiude in se la sensazione di massimo piacere.
L’orgasmo femminile
Anche per la donna l’orgasmo è la risposta psicologica e mentale agli stimoli sessuali. L’orgasmo femminile, come quello maschile, si raggiunge in conseguenza delle fasi sessuali di eccitamento e plateau, solo che nella donna non avviene l’eiaculazione bensì una fase di intenso piacere seguita da una fase di estremo rilassamento che libera dalla tensione sessuale sino ad allora accumulata.
Inoltre, l’orgasmo femminile può essere di due diverse tipologie: orgasmo vaginale, orgasmo clitorideo, anche se spesso la donna può avere un orgasmo completo, ossia contemporaneamente vaginale e clitorideo.
Da un punto di vista fisiologico, che l’orgasmo sia vaginale o clitorideo non fa alcuna differenza, cambia solo il tipo di stimolazione che viene fatta, appunto o del clitoride o della vagina mediante penetrazione. Tuttavia gli esperti ritengono che proprio il clitoride sia la parte anatomica più importante della sessualità femminile.
Infatti il clitoride è l'unica parte del corpo la cui funzione è strettamente legata al piacere orgasmico contenendo il clitoride oltre 8.000 terminazioni nervose sensoriali. Ecco perché e molte donne sperimentano con più facilità l’orgasmo clitorideo che non vaginale.

Leggi anche "Orgasmo (Parte II)" e "Orgasmo (Parte III)"

martedì 31 maggio 2011

Sessualità di coppia (Parte II)

Le minacce alla sessualità di coppia
La sessualità di coppia è un aspetto molto importante che descrive e riflette la qualità della relazione tra due persone. Ma la sessualità di coppia può non svilupparsi in maniera appagante o può essere minata da una serie di molteplici fattori. Stilare un elenco delle principali minacce alla sessualità di coppia può servire a capire meglio noi stessi, il partner e le situazioni che ruotano intorno alla coppia e alla sessualità della stessa.

La comunicazione – la comunicazione è alla base di qualsiasi relazione ed ha un ruolo importante nell’ambito della sessualità di coppia. I problemi di comunicazione tra due partner possono essere presenti sin dall’origine della relazione o manifestarsi a seguito di litigi, rancori, incomprensioni e conflitti. È proprio la conflittualità tra i due partner che genera problematiche nella sessualità di coppia portando conseguentemente ad un allontanamento sia fisico che mentale.

La mancanza di accettazione – in molti casi la sessualità di coppia viene minacciata dall’incapacità dei partner di accettare le proprie differenze, anche e soprattutto da un punto di vista sessuale. La non accettazione dell’altro per quello che è non permette l’intimità e la sessualità di coppia viene meno.

La routine e la monotoniala routine e la monotonia sono nemiche del desiderio e minano profondamente la sessualità di coppia. Spesso l’abitudine ha la meglio sulla coppia che non recepisce più nuovi stimoli. Un miglioramento della sessualità di coppia, in questi casi, è auspicabile solo se entrambi i partner si prefiggono l’obiettivo di cambiare per riaccendere il desiderio.

Neo genitorialità e genitorialità – spesso la nascita di un figlio sconvolge e muta la vita, portando anche a delle modificazioni, sia pur involontarie, nella sessualità di coppia. Un ruolo di primo piano in questo caso specifico è svolto dalla donna che, dovendo accudire il proprio figlio, abbandona a se stesso il partner. Non a caso molti uomini con la nascita di un figlio si rifugiano nel lavoro per sopperire alle mancanze che, per una serie di ragioni (anche di tempo), si presentano nell’ambito della sessualità di coppia. Tuttavia una relazione felice non è di certo quella che non ha problemi, anzi è proprio quella che con pazienza e volontà riesce a superarli superando anche gli “attimi bui” riguardanti la sessualità di coppia.

Traumi psicologici infantili – dei traumi infantili o adolescenziali possono impedire la soddisfazione della sessualità di coppia. Spesso si tratta di traumi profondi e non risolti che, con l’instaurazione di una relazione, riaffiorano con forza e si riversano nella sessualità di coppia.

Disfunzioni sessuali – lo stress, la routine, i traumi,i cambiamenti della coppia sono tutti fattori che incidono e determinano la sessualità di coppia. Spesso questi stessi fattori si acutizzano e danno origine a conseguenze fisiche attraverso le disfunzioni sessuali. Purtroppo molte persone affette da disfunzioni sessuali ( tra cui l’impotenza, l’eiaculazione precoce o il calo del desiderio sessuale) non affrontano il proprio disagio con il partner e pregiudicano la qualità della sessualità di coppia.


Conclusioni sulle problematiche relative alla sessualità di coppia
Qualsiasi siano le problematiche riguardanti la sessualità di coppia, bisogna sempre ricordare che la coppia è costituita da un “io” e un “tu” e che individualmente bisogna avere la voglia e la volontà di condividere tutto con l’altro, anche eventuali disagi o problematiche. Inoltre è bene sottolineare che fortunatamente le situazioni della vita ci portano a continui cambiamenti. Tali cambiamenti investono ovviamente anche la coppia che a volte non riesce a “risintonizzarsi” sulla stessa frequenza d’onda, perdendo la complicità nell’ambito della sessualità di coppia.
Ma ritrovare la giusta sintonia è possibile, così come è possibile rinvigorire la sessualità di coppia.
Ogni persona, possiede delle capacità di auto rigenerazione da applicare per il miglioramento della sessualità di coppia, anche se a volte la sola determinazione e volontà non sono sufficienti. In alcuni casi il consulto di un sessuologo o di uno psicoterapeuta può servire e mettere in pratica i buoni propositi per migliorare la sessualità di coppia.


venerdì 27 maggio 2011

Sessualità di coppia (Parte I)

Sesso e sessualità di coppia
Il sesso è l’ingrediente fondamentale in ogni relazione di coppia, poiché è proprio il sesso a creare un’intimità ed una complicità unica tra i partner. La sessualità di coppia è pertanto, una condivisione profonda della propria intimità, è un legame che implica la condivisione di emozioni, sensazioni, pensieri e desideri, è accoglienza dell’altro, se pur differente da noi, ed è, infine, libertà  di espressione e libertà di essere senza il timore di poter essere giudicati.
Tuttavia, quando si parla di sessualità di coppia è necessario fare delle precisazioni importanti per non interpretare l’intimità, che si instaura con la sessualità di coppia, con una sorta di “uguaglianza” tra i partner. La sessualità di coppia, e l’intimità che ne consegue, non devono essere intese come una fusione cosmica tra due partner, bensì come un rispetto delle differenze tra partner.
La condivisione nella sessualità di coppia, quindi,  non pretende di avere la stessa visione del sesso o lo stesso modo di sentirlo e recepirlo. L’accettazione dell’altro e della sua intimità sono aspetti fondamentali della sessualità di coppia poiché se manca l’accettazione del partner, e se quindi non se ne accettano le differenze, la sessualità di coppia può essere vissuta in modo sbagliato e non del tutto appagante.
Sessualità di coppia: c’è una differenza tra sesso e sessualità
Parlando della sessualità di coppia è necessario fare una netta distinzione tra il sesso in una coppia e la sessualità di coppia. Il sesso non prevede necessariamente un coinvolgimento emozionale, né richiede un’intimità profonda, cosa invece essenziale per la sessualità di coppia. Questa distinzione tra sesso e sessualità di coppia è atto dovuto in quanto sono numerosissime le coppie che pur praticando sesso non riescono ad esprimere una sessualità di coppia piacevole ed appagante.
Questo accade perché la sessualità di coppia, a differenza del puro e semplice atto sessuale, va ben oltre il coito coinvolgendo diversi aspetti emozionali, sensoriali e fisici. Affinché la sessualità di coppia non si traduca in sesso, è necessario prestare attenzione al partner non soltanto nel momento dell’atto sessuale. Deve esserci un’attenzione ed una cura costante verso l’altro , poiché ciò consente di creare intimità, quella stessa intimità che suol essere fondamentale per una buona sessualità di coppia. D'altronde anche i migliori sessuologi sostengono che la sessualità di coppia si prepara al di fuori del letto, ovvero negli atteggiamenti della vita quotidiana.
Disagi e problematiche della sessualità di coppia
Una sessualità di coppia insoddisfacente è il primo passo verso il deterioramento di una coppia. Le problematiche della sessualità di coppia diventano sintomo diretto di un qualcosa di più profondo che vige in uno o in entrambi i partner. Nella maggior parte dei casi le problematiche legate alla sessualità di coppia hanno come causa delle situazioni emozionali traumatiche che impediscono l’instaurazione dell’intimità e la conseguente buona sessualità di coppia.
 In questo caso, quando parliamo di problematiche legate alla sessualità di coppia, non ci riferiamo a delle problematiche (patologie) di carattere organico, come possono esserlo il calo del desiderio, la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce etc. (di cui avremo modo e tempo di parlare in maniera approfondita), ma più che altro a delle problematiche emozionali e psicologiche.
Come molti sanno, il corpo e la psiche influenzano tutte le nostre emozioni, ma quando il corpo o la psiche vivono un disagio, inevitabilmente lo riflettono nella sessualità di coppia. Di qui l’importanza di scoprire quale problematica psicologico affettiva non permette al/ai partner di creare l’intimità necessaria per migliorare la sessualità di coppia.
Molte coppie fanno l’errore di credere che le problematiche della sessualità di coppia siano dovute a questioni di sesso, anziché comprendere che il vero problema risiede nella sfera emotiva e sentimentale. Si ricordi infatti, che sentimenti contrastanti non possono originare né l’intimità né una buona sessualità di coppia.
Ad esempio se proviamo rancore, rabbia o frustrazione verso il partner, sarà impossibile creare con questi una buona intimità e di conseguenza anche la sessualità di coppia non si svilupperà in maniera appagante. A volte le problematiche psicologiche e sentimentali, legate alla sessualità di coppia, si trascinano per anni e anni e in numerosi casi evolvono in quelle che definiamo disfunzioni sessuali. In questo caso non è solo l’insoddisfazione della sessualità di coppia a farsi sentire, non è solo la nostra mente, ma è anche il nostro corpo attraverso segnali inequivocabili e del tutto organici.


martedì 24 maggio 2011

Masturbazione (Parte III)

La masturbazione di coppia
La masturbazione di coppia può essere molto stimolante, sia per le coppie che negli anni si sono lasciate sopraffare dalla routine, sia per le coppie che semplicemente vogliono indagare a fondo nel piacere dell’altro. La masturbazione di coppia può essere intesa come una sorta di gioco sessuale tra due partner, come uno scambio di effusioni finalizzate a trarre e a concedere piacere in maniera reciproca. Spesso la masturbazione di coppia si identifica con il termine di “petting”, ossia un insieme di pratiche erotiche e di natura sessuale che non includono la penetrazione, quindi un rapporto sessuale completo. Tuttavia, la masturbazione di coppia, per quanto piacevole possa essere, non è molto praticata (soprattutto dalle coppie italiane) in quanto la vergogna, il senso di pudore o l’etichetta negativa affibbiata alla masturbazione in se, portano a ritenere erroneamente che la masturbazione sia una tecnica solitaria e da mantenere segreta.
Diciamo pure che il rifiuto sociale e culturale della masturbazione non facilita la masturbazione di coppia e in qualche modo nega un piacere che dovrebbe essere ritenuto del tutto naturale. Quello che molti non sanno o che negano è che la masturbazione di coppia è una pratica assolutamente positiva che oltre a regalare piacere reciproco, fortifica la coppia stessa e la lega attraverso un filo invisibile di profonda intimità. Infatti i sessuologi sostengono l’importanza di condividere dei momenti sessuali con il partner e la positività della masturbazione di coppia come scambio affettivo e momento di condivisione e comunicazione.
Problemi di masturbazione: quando la masturbazione è compulsiva
Partiamo da un presupposto, ossia che la masturbazione è una tecnica per ottenere piacere sessuale mediante stimolazione degli organi genitali, e non è assolutamente una malattia, come invece si credeva tra il XVIII e XIX secolo, quando cioè la masturbazione era considerata come causa di numerose malattie tra cui la pazzia. La masturbazione è un modo naturale di conoscere il proprio corpo e di esprimere la sessualità, per cui praticarla o meno non è, in nessun caso, indice di anormalità.
Tuttavia, quando la masturbazione diviene dipendenza (propriamente dipendenza sessuale) allora si entra in un’area delicata, e ancora controversa per la verità, quale quella delle “perversioni sessuali”. Ma quando la masturbazione può definirsi come una malattia rientrante nella sfera delle dipendenze e delle perversioni sessuali? La masturbazione intesa come dipendenza viene chiamata masturbazione compulsiva o masturbazione patologica e si caratterizza per una frequenza ossessiva della pratica di masturbazione.
Nel caso di masturbazione compulsiva l’individuo non ha controllo sull’atto della masturbazione e viene così anche vanificato lo scopo della gratificazione orgasmica. Questo significa che l’individuo, uomo o donna che sia, diventa schiavo della masturbazione in qualunque momento e la frequenza della masturbazione inizia a corrispondere sempre più ad una minore soddisfazione, che viene ricercata in maniera rabbiosa o smaniosa ma senza alcun successo o gratificazione.
Gli studiosi ritengono che la masturbazione compulsiva sia l’anticamera della dipendenza sessuale e, se non adeguatamente trattata, può sfociare in un disturbo ossessivo compulsivo per cui l’individuo è obbligato alla masturbazione come fosse un rituale. Infine la masturbazione compulsiva tende a sopraffare l’uomo portando ad una serie di conseguenze quali stress fisico, deterioramento dei rapporti relazionali e sociali,
diminuzione delle abilità cognitive e di concentrazione, stanchezza fisica e mentale cronica, ansia da prestazione e depressione.
Masturbazione compulsiva: terapie di una dipendenza sessuale
Le terapie della masturbazione convulsiva sono spesso controverse tra loro e tendenzialmente l’individuo che ne è affetto prova una vergogna tale da ricorrere a “metodi fai da te” del tutto opinabili e sbagliati da un punto di vista medico risolutivo. Ad esempio l’uso di antidepressivi per inibire la masturbazione compulsiva, se da un lato agiscono nell’ostacolare il ciclo orgasmico, dall’altro portano ad amplificare l’impulsività e l’aggressività dei pensieri sessuali, peggiorando la stessa masturbazione compulsiva. Cercare invece di aumentare le gratificazioni esterne ( successo sul lavoro, nella sfera dei rapporti personali etc.) può essere un aiuto se abbinato ad una terapia psicoanalitica e se necessario psichiatrica.