Dossier

martedì 17 maggio 2011

Masturbazione (Parte I)


Masturbazione: primo approccio alla sessualità
La masturbazione è una pratica di autoerotismo che consiste in una stimolazione volontaria degli organi sessuali al fine di raggiungere il piacere. Il termine masturbazione, in realtà, indica una serie assai vasta di pratiche autoerotiche per altro differenti tra loro. Inoltre, la masturbazione può essere sia attiva (masturbazione di se stessi), sia passiva (masturbazione da parte del partner) o identificarsi nei termini di   onanismo ed ipsazione (dal latino ipse, ovvero se stesso).
La masturbazione è un atto assai importante per la conoscenza del proprio corpo e si costituisce come il primo approccio (tendenzialmente nell’adolescenza) alla sessualità. È infatti nel periodo adolescenziale che l’atto della masturbazione viene sperimentato con maggior frequenza, consentendo di scoprire le zone del piacere e di dare sfogo alle proprie fantasie erotiche e sessuali.
Masturbazione: cenni storici di una pratica autoerotica antichissima
Molti storici, esperti della sessualità dalle origini ad oggi, sostengono che la masturbazione sia antica quanto la stessa umanità. Infatti, numerose sono le testimonianze preistoriche che ci giungono da pitture rupestri e monili di ogni sorta sulla pratica della masturbazione.
Nella cultura sumera, ad esempio la masturbazione era una pratica molto comune ed impiegata per aumentare il proprio potenziale fisico.
Nell’antico Egitto, l’importanza della masturbazione raggiunse livelli massimi poiché, secondo la credenza egizia, tutto l’universo si era generato dall’eiaculazione avvenuta a seguito di masturbazione da parte del dio Atum Ra. Addirittura gli egizi erano convinti che le piene del fiume Nilo fossero dovute alle eiaculazioni frequenti da parte del dio Atum Ra, ecco perché quando il fiume era in piena, tutti gli uomini egiziani si recavano al fiume e praticavano la masturbazione collettiva in suo onore.
Per i greci la masturbazione era semplicemente un sano e naturale modo con cui ottenere piacere. Pertanto la masturbazione era vissuta senza pudori e la leggenda vuole che il filosofo Diogene il Cinico attuasse la masturbazione tranquillamente in pubblico.
Nella cultura ebraica la masturbazione non era condannata in modo esplicito, tuttavia veniva considerata come uno spreco di seme, da impiegarsi principalmente per la fecondazione e non per il puro piacere dei sensi. Ecco perché la masturbazione per gli ebrei non culminava quasi mai nell’eiaculazione ed il coito veniva interrotto prima.
Nell’era cristiana la masturbazione cominciò ad essere interpretata come una tecnica peccaminosa, grave e lussuriosa. Lo stesso Tommaso D’Aquino definì la masturbazione come un peccato gravissimo paragonabile solo all’omicidio, poiché con la masturbazione vi era lo spreco di seme e l’impedimento alla generazione di una nuova vita.
A riguardo della masturbazione, lo stesso pensiero venne protratto nel XVIII e XIX, per cui la masturbazione andò identificandosi sempre più con il suicidio del proprio seme. Anche Kant condannò la masturbazione reputandola come una tecnica assolutamente immorale, e ad egli si affiancarono anche altri grandi autori tra cui Rousseau e Voltaire.
Inoltre è proprio in questi secoli che si sviluppò la falsa credenza che la masturbazione fosse causa di malattie, tanto che il medico svizzero Samuel Tissot nel suo testo intitolato “L’onanismo” stilò un vero e proprio elenco delle malattie a cui si andava incontro con la pratica della masturbazione.
Ma, se da un lato la pratica della masturbazione tra il 1700 ed il 1900 andò rivestendosi sempre più di un’accezione negativa, dall’altro, la stessa masturbazione venne esaltata da movimento del libertinismo di cui il massimo esponente fu il Marchese De Sade. Secondo De Sade la masturbazione era una spinta naturale del piacere fisico e come tale non doveva essere assolutamente frenato, bensì assecondato.
Nonostante il movimento del libertinismo cercò di tutelare la masturbazione come diritto individuale, nella seconda metà dell’800 la masturbazione fu condannata come deviazione sessuale. Chi praticava la masturbazione era considerato un malato e come tale curato nei sanatori dell’epoca. A volte per impedire che si attuasse la pratica della masturbazione, i neonati maschi venivano circoncisi, mentre alle donne che venivano sorprese nell’atto della masturbazione, veniva praticata la clitoridectomia.
Masturbazione: l’emancipazione psicoanalitica del XX secolo
Nel XX secolo, la masturbazione finalmente viene inquadrata da un punto di vista psicoanalitico e comincia a svestirsi della negatività accumulata nei secoli precedenti. Grazie alla psicologia sessuale, si è ammesso che la masturbazione, praticata sin dall’adolescenza, aiuta a prendere confidenza con il proprio corpo e con il proprio io. Anche la scienza nel XX secolo si pronuncia a favore della masturbazione sottolineandone i benefici come la riduzione dello stress e del rischio di cancro alla prostata.
Pertanto oggi la masturbazione non è da intendersi né come una malattia, né come un atto immorale e colpevole, ma come un istinto a cui concedersi se se ne avverte la necessità. Ovviamente vi sono casi in cui la masturbazione diventa compulsiva e negativa per la stessa persona che la pratica. Quando la masturbazione diventa una compulsione allora è possibile intenderla come una patologia da curare e risolvere.


2 commenti:

  1. sempre piu interessante sto blog

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  2. Si, gli articoli sono interessanti, ma se posso muovere una critica costruttiva trovo faticosa la lettura ... la scelta dei font in corsivo, forse, non è stata azzeccata. (parere personale, ovviamente) :)

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