Dossier

martedì 31 maggio 2011

Sessualità di coppia (Parte II)

Le minacce alla sessualità di coppia
La sessualità di coppia è un aspetto molto importante che descrive e riflette la qualità della relazione tra due persone. Ma la sessualità di coppia può non svilupparsi in maniera appagante o può essere minata da una serie di molteplici fattori. Stilare un elenco delle principali minacce alla sessualità di coppia può servire a capire meglio noi stessi, il partner e le situazioni che ruotano intorno alla coppia e alla sessualità della stessa.

La comunicazione – la comunicazione è alla base di qualsiasi relazione ed ha un ruolo importante nell’ambito della sessualità di coppia. I problemi di comunicazione tra due partner possono essere presenti sin dall’origine della relazione o manifestarsi a seguito di litigi, rancori, incomprensioni e conflitti. È proprio la conflittualità tra i due partner che genera problematiche nella sessualità di coppia portando conseguentemente ad un allontanamento sia fisico che mentale.

La mancanza di accettazione – in molti casi la sessualità di coppia viene minacciata dall’incapacità dei partner di accettare le proprie differenze, anche e soprattutto da un punto di vista sessuale. La non accettazione dell’altro per quello che è non permette l’intimità e la sessualità di coppia viene meno.

La routine e la monotoniala routine e la monotonia sono nemiche del desiderio e minano profondamente la sessualità di coppia. Spesso l’abitudine ha la meglio sulla coppia che non recepisce più nuovi stimoli. Un miglioramento della sessualità di coppia, in questi casi, è auspicabile solo se entrambi i partner si prefiggono l’obiettivo di cambiare per riaccendere il desiderio.

Neo genitorialità e genitorialità – spesso la nascita di un figlio sconvolge e muta la vita, portando anche a delle modificazioni, sia pur involontarie, nella sessualità di coppia. Un ruolo di primo piano in questo caso specifico è svolto dalla donna che, dovendo accudire il proprio figlio, abbandona a se stesso il partner. Non a caso molti uomini con la nascita di un figlio si rifugiano nel lavoro per sopperire alle mancanze che, per una serie di ragioni (anche di tempo), si presentano nell’ambito della sessualità di coppia. Tuttavia una relazione felice non è di certo quella che non ha problemi, anzi è proprio quella che con pazienza e volontà riesce a superarli superando anche gli “attimi bui” riguardanti la sessualità di coppia.

Traumi psicologici infantili – dei traumi infantili o adolescenziali possono impedire la soddisfazione della sessualità di coppia. Spesso si tratta di traumi profondi e non risolti che, con l’instaurazione di una relazione, riaffiorano con forza e si riversano nella sessualità di coppia.

Disfunzioni sessuali – lo stress, la routine, i traumi,i cambiamenti della coppia sono tutti fattori che incidono e determinano la sessualità di coppia. Spesso questi stessi fattori si acutizzano e danno origine a conseguenze fisiche attraverso le disfunzioni sessuali. Purtroppo molte persone affette da disfunzioni sessuali ( tra cui l’impotenza, l’eiaculazione precoce o il calo del desiderio sessuale) non affrontano il proprio disagio con il partner e pregiudicano la qualità della sessualità di coppia.


Conclusioni sulle problematiche relative alla sessualità di coppia
Qualsiasi siano le problematiche riguardanti la sessualità di coppia, bisogna sempre ricordare che la coppia è costituita da un “io” e un “tu” e che individualmente bisogna avere la voglia e la volontà di condividere tutto con l’altro, anche eventuali disagi o problematiche. Inoltre è bene sottolineare che fortunatamente le situazioni della vita ci portano a continui cambiamenti. Tali cambiamenti investono ovviamente anche la coppia che a volte non riesce a “risintonizzarsi” sulla stessa frequenza d’onda, perdendo la complicità nell’ambito della sessualità di coppia.
Ma ritrovare la giusta sintonia è possibile, così come è possibile rinvigorire la sessualità di coppia.
Ogni persona, possiede delle capacità di auto rigenerazione da applicare per il miglioramento della sessualità di coppia, anche se a volte la sola determinazione e volontà non sono sufficienti. In alcuni casi il consulto di un sessuologo o di uno psicoterapeuta può servire e mettere in pratica i buoni propositi per migliorare la sessualità di coppia.


venerdì 27 maggio 2011

Sessualità di coppia (Parte I)

Sesso e sessualità di coppia
Il sesso è l’ingrediente fondamentale in ogni relazione di coppia, poiché è proprio il sesso a creare un’intimità ed una complicità unica tra i partner. La sessualità di coppia è pertanto, una condivisione profonda della propria intimità, è un legame che implica la condivisione di emozioni, sensazioni, pensieri e desideri, è accoglienza dell’altro, se pur differente da noi, ed è, infine, libertà  di espressione e libertà di essere senza il timore di poter essere giudicati.
Tuttavia, quando si parla di sessualità di coppia è necessario fare delle precisazioni importanti per non interpretare l’intimità, che si instaura con la sessualità di coppia, con una sorta di “uguaglianza” tra i partner. La sessualità di coppia, e l’intimità che ne consegue, non devono essere intese come una fusione cosmica tra due partner, bensì come un rispetto delle differenze tra partner.
La condivisione nella sessualità di coppia, quindi,  non pretende di avere la stessa visione del sesso o lo stesso modo di sentirlo e recepirlo. L’accettazione dell’altro e della sua intimità sono aspetti fondamentali della sessualità di coppia poiché se manca l’accettazione del partner, e se quindi non se ne accettano le differenze, la sessualità di coppia può essere vissuta in modo sbagliato e non del tutto appagante.
Sessualità di coppia: c’è una differenza tra sesso e sessualità
Parlando della sessualità di coppia è necessario fare una netta distinzione tra il sesso in una coppia e la sessualità di coppia. Il sesso non prevede necessariamente un coinvolgimento emozionale, né richiede un’intimità profonda, cosa invece essenziale per la sessualità di coppia. Questa distinzione tra sesso e sessualità di coppia è atto dovuto in quanto sono numerosissime le coppie che pur praticando sesso non riescono ad esprimere una sessualità di coppia piacevole ed appagante.
Questo accade perché la sessualità di coppia, a differenza del puro e semplice atto sessuale, va ben oltre il coito coinvolgendo diversi aspetti emozionali, sensoriali e fisici. Affinché la sessualità di coppia non si traduca in sesso, è necessario prestare attenzione al partner non soltanto nel momento dell’atto sessuale. Deve esserci un’attenzione ed una cura costante verso l’altro , poiché ciò consente di creare intimità, quella stessa intimità che suol essere fondamentale per una buona sessualità di coppia. D'altronde anche i migliori sessuologi sostengono che la sessualità di coppia si prepara al di fuori del letto, ovvero negli atteggiamenti della vita quotidiana.
Disagi e problematiche della sessualità di coppia
Una sessualità di coppia insoddisfacente è il primo passo verso il deterioramento di una coppia. Le problematiche della sessualità di coppia diventano sintomo diretto di un qualcosa di più profondo che vige in uno o in entrambi i partner. Nella maggior parte dei casi le problematiche legate alla sessualità di coppia hanno come causa delle situazioni emozionali traumatiche che impediscono l’instaurazione dell’intimità e la conseguente buona sessualità di coppia.
 In questo caso, quando parliamo di problematiche legate alla sessualità di coppia, non ci riferiamo a delle problematiche (patologie) di carattere organico, come possono esserlo il calo del desiderio, la disfunzione erettile, l’eiaculazione precoce etc. (di cui avremo modo e tempo di parlare in maniera approfondita), ma più che altro a delle problematiche emozionali e psicologiche.
Come molti sanno, il corpo e la psiche influenzano tutte le nostre emozioni, ma quando il corpo o la psiche vivono un disagio, inevitabilmente lo riflettono nella sessualità di coppia. Di qui l’importanza di scoprire quale problematica psicologico affettiva non permette al/ai partner di creare l’intimità necessaria per migliorare la sessualità di coppia.
Molte coppie fanno l’errore di credere che le problematiche della sessualità di coppia siano dovute a questioni di sesso, anziché comprendere che il vero problema risiede nella sfera emotiva e sentimentale. Si ricordi infatti, che sentimenti contrastanti non possono originare né l’intimità né una buona sessualità di coppia.
Ad esempio se proviamo rancore, rabbia o frustrazione verso il partner, sarà impossibile creare con questi una buona intimità e di conseguenza anche la sessualità di coppia non si svilupperà in maniera appagante. A volte le problematiche psicologiche e sentimentali, legate alla sessualità di coppia, si trascinano per anni e anni e in numerosi casi evolvono in quelle che definiamo disfunzioni sessuali. In questo caso non è solo l’insoddisfazione della sessualità di coppia a farsi sentire, non è solo la nostra mente, ma è anche il nostro corpo attraverso segnali inequivocabili e del tutto organici.


martedì 24 maggio 2011

Masturbazione (Parte III)

La masturbazione di coppia
La masturbazione di coppia può essere molto stimolante, sia per le coppie che negli anni si sono lasciate sopraffare dalla routine, sia per le coppie che semplicemente vogliono indagare a fondo nel piacere dell’altro. La masturbazione di coppia può essere intesa come una sorta di gioco sessuale tra due partner, come uno scambio di effusioni finalizzate a trarre e a concedere piacere in maniera reciproca. Spesso la masturbazione di coppia si identifica con il termine di “petting”, ossia un insieme di pratiche erotiche e di natura sessuale che non includono la penetrazione, quindi un rapporto sessuale completo. Tuttavia, la masturbazione di coppia, per quanto piacevole possa essere, non è molto praticata (soprattutto dalle coppie italiane) in quanto la vergogna, il senso di pudore o l’etichetta negativa affibbiata alla masturbazione in se, portano a ritenere erroneamente che la masturbazione sia una tecnica solitaria e da mantenere segreta.
Diciamo pure che il rifiuto sociale e culturale della masturbazione non facilita la masturbazione di coppia e in qualche modo nega un piacere che dovrebbe essere ritenuto del tutto naturale. Quello che molti non sanno o che negano è che la masturbazione di coppia è una pratica assolutamente positiva che oltre a regalare piacere reciproco, fortifica la coppia stessa e la lega attraverso un filo invisibile di profonda intimità. Infatti i sessuologi sostengono l’importanza di condividere dei momenti sessuali con il partner e la positività della masturbazione di coppia come scambio affettivo e momento di condivisione e comunicazione.
Problemi di masturbazione: quando la masturbazione è compulsiva
Partiamo da un presupposto, ossia che la masturbazione è una tecnica per ottenere piacere sessuale mediante stimolazione degli organi genitali, e non è assolutamente una malattia, come invece si credeva tra il XVIII e XIX secolo, quando cioè la masturbazione era considerata come causa di numerose malattie tra cui la pazzia. La masturbazione è un modo naturale di conoscere il proprio corpo e di esprimere la sessualità, per cui praticarla o meno non è, in nessun caso, indice di anormalità.
Tuttavia, quando la masturbazione diviene dipendenza (propriamente dipendenza sessuale) allora si entra in un’area delicata, e ancora controversa per la verità, quale quella delle “perversioni sessuali”. Ma quando la masturbazione può definirsi come una malattia rientrante nella sfera delle dipendenze e delle perversioni sessuali? La masturbazione intesa come dipendenza viene chiamata masturbazione compulsiva o masturbazione patologica e si caratterizza per una frequenza ossessiva della pratica di masturbazione.
Nel caso di masturbazione compulsiva l’individuo non ha controllo sull’atto della masturbazione e viene così anche vanificato lo scopo della gratificazione orgasmica. Questo significa che l’individuo, uomo o donna che sia, diventa schiavo della masturbazione in qualunque momento e la frequenza della masturbazione inizia a corrispondere sempre più ad una minore soddisfazione, che viene ricercata in maniera rabbiosa o smaniosa ma senza alcun successo o gratificazione.
Gli studiosi ritengono che la masturbazione compulsiva sia l’anticamera della dipendenza sessuale e, se non adeguatamente trattata, può sfociare in un disturbo ossessivo compulsivo per cui l’individuo è obbligato alla masturbazione come fosse un rituale. Infine la masturbazione compulsiva tende a sopraffare l’uomo portando ad una serie di conseguenze quali stress fisico, deterioramento dei rapporti relazionali e sociali,
diminuzione delle abilità cognitive e di concentrazione, stanchezza fisica e mentale cronica, ansia da prestazione e depressione.
Masturbazione compulsiva: terapie di una dipendenza sessuale
Le terapie della masturbazione convulsiva sono spesso controverse tra loro e tendenzialmente l’individuo che ne è affetto prova una vergogna tale da ricorrere a “metodi fai da te” del tutto opinabili e sbagliati da un punto di vista medico risolutivo. Ad esempio l’uso di antidepressivi per inibire la masturbazione compulsiva, se da un lato agiscono nell’ostacolare il ciclo orgasmico, dall’altro portano ad amplificare l’impulsività e l’aggressività dei pensieri sessuali, peggiorando la stessa masturbazione compulsiva. Cercare invece di aumentare le gratificazioni esterne ( successo sul lavoro, nella sfera dei rapporti personali etc.) può essere un aiuto se abbinato ad una terapia psicoanalitica e se necessario psichiatrica.



venerdì 20 maggio 2011

Masturbazione (Parte II)


La pratica della masturbazione in termini pratici
Il termine masturbazione con buona probabilità deriva dalla parola latina “masturbari”, anche se sono numerosi i pareri controversi sull’origine etimologica del termine. Infatti per alcuni la parola masturbazione deriva da “manus stuprare”, ovvero da manus (mano) e stuprare (disonorare). Per altri la parola masturbazione deriva dall’espressione “manu se turbare”, che letteralmente tradotto significa turbarsi con la mano, e per altri ancora dal termine greco “mezea”.ma qualunque sia l’origine della parola masturbazione, in termini pratici questa è una pratica di stimolazione erotica degli organi sessuali quali il pene, i testicoli, il clitoride ed altre zone tra cui capezzoli, e glutei.
La masturbazione può essere effettuata con le mani o prevedere l’uso di oggetti che agevolino la pressione e la stimolazione. La masturbazione può essere attiva, cioè praticata su se stessi o passiva quando invece è praticata da un’altra persona. L’atto della masturbazione, secondo uno studio condotto negli anni ’50, è praticata dal ben 94% dei maschi e dal 58% delle donne, anche se si stima che ad oggi le percentuali siano considerevolmente aumentate di pari passo con l’aumentare delle considerazioni positive della masturbazione.
Masturbazione maschile e masturbazione femminile
Sin dall’infanzia, i bambini imparano a scoprire il loro corpo compreso l’organo genitale maschile. Questo perché essendo il pene esposto, rispetto agli organi genitali femminili (che sono interni), è soggetto ad erezioni involontarie e a manipolazioni finalizzate al semplice lavarsi ed urinare. Quindi gli uomini, da tenera età, entrano in contatto diretto con il loro organo genitale, sviluppando una conoscenza dello stesso assai precoce rispetto alla conoscenza che la donna matura nei confronti della propria zona genitale. Questa conoscenza precoce da parte degli uomini presuppone anche una precocità nei confronti della masturbazione. Vale a dire che, per questioni anatomiche, l’uomo attua la masturbazione molto presto e le statistiche confermano che a 18 anni oltre il 90% degli uomini ha già praticato la masturbazione mentre a 18 anni solo il 20% delle donne dichiara di procurarsi piacere con la masturbazione. Infatti la masturbazione femminile molto spesso o si nega (per senso di pudore o colpa) o viene praticata dopo i primi rapporti sessuali di coppia.
La masturbazione adolescenziale, che avviene soprattutto e più frequentemente da parte del sesso maschile, non è da intendersi però come la masturbazione dell’età adulta, certamente più consapevole ed esperta. La masturbazione in età adolescenziale è infatti una sorta di scoperta continua e quasi inconsapevole, ovvero una sperimentazione del proprio cormo e della propria mente. Il culmine della pratica di masturbazione avviene quindi nell’adolescenza, quando si ha necessità di scoprire e conoscere, ma una volta maturata la propria sessualità, la pratica della masturbazione inizia a diminuire lasciando spazio alla sessualità di coppia. Nonostante ciò, la masturbazione accompagna tutta la vita di un individuo, e secondo le statistiche circa il 46% degli uomini e circa il 30% delle donne oltre i 60 anni continua a masturbarsi se pur con minor frequenza rispetto all’età adolescenziale.
Il piacere della masturbazione e le differenze tra uomo e donna
La masturbazione è da considerarsi come la forma di sessualità più spontanea e più semplice da praticare. La masturbazione permette di scoprire il proprio corpo migliorando di conseguenza l’approccio alla sessualità di coppia, quindi è particolarmente importante affinché negli anni si possa maturare una buona e sana sessualità a 360°.
Inoltre la masturbazione è una pratica di piacere assai utile per rilassare mente e corpo e ad eliminare le tensioni che si accumulano giorno dopo giorno. Uomini e donne ricorrono infatti alla masturbazione per ritrovare un legame intimo con se stessi e distaccarsi da preoccupazioni e stress. Va però precisato che la masturbazione è diversa per l’uomo e per la donna sia per una questione anatomica, sia per una questione di strutturazione psicologica dei due sessi.
L’uomo attua la masturbazione sostanzialmente in un modo, ovvero tenendo nella mano (generalmente chiusa a pugno) il pene in erezione e muovendo la stessa ritmicamente l’ungo l’asta del pene fino al raggiungimento dell’orgasmo. A volte la masturbazione può avvenire con il supporto di oggetti o vagine artificiali, ma le statistiche dimostrano che la tecnica di masturbazione classica rimane quella preferita. La durata della masturbazione maschile poi è assai variabile e dipende dalla pura volontà dell’uomo che può decidere di raggiungere rapidamente il piacere o prolungare lo stesso attraverso delle pause di movimento.
Per la donna invece la masturbazione, prima che fisica deve essere soprattutto mentale. Infatti l’immaginario erotico è indispensabile affinché la donna si rilassi e tragga piacere dalla masturbazione.
Le tecniche di masturbazione femminile sono più numerose rispetto alle tecniche di masturbazione maschile. Tra le tecniche femminili di masturbazione, quelle più frequenti prevedono lo sfiorare o lo strofinare la vulva ed il clitoride. A volte, per attuare la masturbazione, le donne si servono di vibratori, chiamati anche dildo, o  palline Ben Wa.
Infine si ricordi che spesso la masturbazione può divenire un piacere condiviso e sfociare in quella che si definisce come masturbazione di coppia, dove i partner si concedono un piacere reciproco senza prevedere necessariamente una penetrazione.



martedì 17 maggio 2011

Masturbazione (Parte I)


Masturbazione: primo approccio alla sessualità
La masturbazione è una pratica di autoerotismo che consiste in una stimolazione volontaria degli organi sessuali al fine di raggiungere il piacere. Il termine masturbazione, in realtà, indica una serie assai vasta di pratiche autoerotiche per altro differenti tra loro. Inoltre, la masturbazione può essere sia attiva (masturbazione di se stessi), sia passiva (masturbazione da parte del partner) o identificarsi nei termini di   onanismo ed ipsazione (dal latino ipse, ovvero se stesso).
La masturbazione è un atto assai importante per la conoscenza del proprio corpo e si costituisce come il primo approccio (tendenzialmente nell’adolescenza) alla sessualità. È infatti nel periodo adolescenziale che l’atto della masturbazione viene sperimentato con maggior frequenza, consentendo di scoprire le zone del piacere e di dare sfogo alle proprie fantasie erotiche e sessuali.
Masturbazione: cenni storici di una pratica autoerotica antichissima
Molti storici, esperti della sessualità dalle origini ad oggi, sostengono che la masturbazione sia antica quanto la stessa umanità. Infatti, numerose sono le testimonianze preistoriche che ci giungono da pitture rupestri e monili di ogni sorta sulla pratica della masturbazione.
Nella cultura sumera, ad esempio la masturbazione era una pratica molto comune ed impiegata per aumentare il proprio potenziale fisico.
Nell’antico Egitto, l’importanza della masturbazione raggiunse livelli massimi poiché, secondo la credenza egizia, tutto l’universo si era generato dall’eiaculazione avvenuta a seguito di masturbazione da parte del dio Atum Ra. Addirittura gli egizi erano convinti che le piene del fiume Nilo fossero dovute alle eiaculazioni frequenti da parte del dio Atum Ra, ecco perché quando il fiume era in piena, tutti gli uomini egiziani si recavano al fiume e praticavano la masturbazione collettiva in suo onore.
Per i greci la masturbazione era semplicemente un sano e naturale modo con cui ottenere piacere. Pertanto la masturbazione era vissuta senza pudori e la leggenda vuole che il filosofo Diogene il Cinico attuasse la masturbazione tranquillamente in pubblico.
Nella cultura ebraica la masturbazione non era condannata in modo esplicito, tuttavia veniva considerata come uno spreco di seme, da impiegarsi principalmente per la fecondazione e non per il puro piacere dei sensi. Ecco perché la masturbazione per gli ebrei non culminava quasi mai nell’eiaculazione ed il coito veniva interrotto prima.
Nell’era cristiana la masturbazione cominciò ad essere interpretata come una tecnica peccaminosa, grave e lussuriosa. Lo stesso Tommaso D’Aquino definì la masturbazione come un peccato gravissimo paragonabile solo all’omicidio, poiché con la masturbazione vi era lo spreco di seme e l’impedimento alla generazione di una nuova vita.
A riguardo della masturbazione, lo stesso pensiero venne protratto nel XVIII e XIX, per cui la masturbazione andò identificandosi sempre più con il suicidio del proprio seme. Anche Kant condannò la masturbazione reputandola come una tecnica assolutamente immorale, e ad egli si affiancarono anche altri grandi autori tra cui Rousseau e Voltaire.
Inoltre è proprio in questi secoli che si sviluppò la falsa credenza che la masturbazione fosse causa di malattie, tanto che il medico svizzero Samuel Tissot nel suo testo intitolato “L’onanismo” stilò un vero e proprio elenco delle malattie a cui si andava incontro con la pratica della masturbazione.
Ma, se da un lato la pratica della masturbazione tra il 1700 ed il 1900 andò rivestendosi sempre più di un’accezione negativa, dall’altro, la stessa masturbazione venne esaltata da movimento del libertinismo di cui il massimo esponente fu il Marchese De Sade. Secondo De Sade la masturbazione era una spinta naturale del piacere fisico e come tale non doveva essere assolutamente frenato, bensì assecondato.
Nonostante il movimento del libertinismo cercò di tutelare la masturbazione come diritto individuale, nella seconda metà dell’800 la masturbazione fu condannata come deviazione sessuale. Chi praticava la masturbazione era considerato un malato e come tale curato nei sanatori dell’epoca. A volte per impedire che si attuasse la pratica della masturbazione, i neonati maschi venivano circoncisi, mentre alle donne che venivano sorprese nell’atto della masturbazione, veniva praticata la clitoridectomia.
Masturbazione: l’emancipazione psicoanalitica del XX secolo
Nel XX secolo, la masturbazione finalmente viene inquadrata da un punto di vista psicoanalitico e comincia a svestirsi della negatività accumulata nei secoli precedenti. Grazie alla psicologia sessuale, si è ammesso che la masturbazione, praticata sin dall’adolescenza, aiuta a prendere confidenza con il proprio corpo e con il proprio io. Anche la scienza nel XX secolo si pronuncia a favore della masturbazione sottolineandone i benefici come la riduzione dello stress e del rischio di cancro alla prostata.
Pertanto oggi la masturbazione non è da intendersi né come una malattia, né come un atto immorale e colpevole, ma come un istinto a cui concedersi se se ne avverte la necessità. Ovviamente vi sono casi in cui la masturbazione diventa compulsiva e negativa per la stessa persona che la pratica. Quando la masturbazione diventa una compulsione allora è possibile intenderla come una patologia da curare e risolvere.


venerdì 13 maggio 2011

Psicologia sessuale (Parte III)

Psicologia sessuale : riflessioni generali
Le riflessioni che seguono sono il frutto di un’interessante lettura, sulla sessuologia e sulla sessualità umana, intitolata Sessuologia: teoremi psicosomatici e relazionali”  Di Umberto Piscicelli. Un testo che consiglio di leggere per una trattazione più approfondita della psicologia sessuale e di tutte le tematiche relative alla sessualità.

La sessualità fa parte della vita di ogni individuo, e da sempre si costituisce come uno stimolo ai suoi desideri sessuali. Tuttavia, per quanto la sessualità sia una componente importantissima della vita di ognuno di noi, è solo da pochi decenni che l’uomo si è interessato alla conoscenza delle leggi che governano la sessualità ed il piacere, ovvero alla conoscenza di una disciplina che va sotto il nome di sessuologia o psicologia sessuale. Basti pensare alla medicina che nei secoli passati ha mostrato un atteggiamento di rifiuto e di negazione della sessualità e della sessuologia, poiché il medico era visto come colui che curava le forme di sofferenza e non le forme del piacere. D'altronde anche Freud fece notare come la sessualità fosse “ciò di cui non è lecito parlare e di cui è sconveniente trattare”.

 La sessualità, dunque, è complessa e poliforme e palesemente arricchita di stratificazioni storiche ed aspetti sia privati che sociali. Per questa sua struttura poliforme, la sessualità è ancora oggi continuo oggetto di riflessioni da parte di studiosi, religiosi, legislatori e moralisti, tutti intenti ad esaminare, e alle volte a giudicare, i comportamenti ed i meccanismi sessuali.
Questo in parte spiega il motivo per cui la sessuologia o psicologia sessuale, come meglio vogliamo definirla, abbia avuto un percorso difficile e tortuoso e probabilmente non ancora del tutto concluso. È quindi doveroso sottolineare che la sessuologia è una scienza giovane e che allo stato attuale non ha ancora raggiunto una visione unica e condivisa da tutti, comprese le figure professionali maggiormente esperte di psicologia sessuale. La diversità di visione della psicologia sessuale ha portato nei secoli ad interpretazioni alle volte confuse e non del tutto capaci di stabilire un limite tra le manifestazioni sane della sessualità e quelle che invece conducono alle disfunzioni sessuali.
Così con il passare dei secoli la psicologia sessuale è divenuta appannaggio di religiosi, moralisti, psicologi e psicoanalisti, fino a sfociare in competenze urologiche, ginecologiche, endocrinologhe e genetiche. Da tutti questi appannaggi, la sessuologia ha potuto così essere elaborata e rielaborata dando vita ad un pensiero cardine fra tutti, ossia che “ il sesso non è una malattia e la sessualità, così come i bisogni sessuali si iscrivono da sempre nelle leggi della natura, nella quale, anche le disfunzioni sessuali possono trovare risoluzione”.

Leggi anche "Psicologia sessuale (Parte I)" e "Psicologia sessuale (Parte II)"

martedì 10 maggio 2011

Psicologia sessuale (Parte II)


Psicologia sessuale: cos’è?
La psicologia sessuale, spesso definita anche come sessuologia, è una disciplina, di recente costituzione, che studia ed analizza gli aspetti psicologici, medici e socioculturali legati alla sessualità maschile, femminile e di coppia. Pertanto la psicologia sessuale si occupa degli aspetti normali e/o patologici della sessualità tenendo conto di fattori basilari quali la fisiologia, la psicologia, l’antropologia e la sociologia. La sessuologia, o psicologia sessuale che dir si voglia non è affatto una disciplina semplice, poiché prevede il ricorso ad una multidisciplinarietà, che si rivela necessaria affinché la psicologia sessuale abbia una reale validità nel trattamento delle disfunzioni sessuali.
Come si sa, la sessualità per l'individuo e per la coppia è un elemento molto importante, per cui, quando si verificano dei problemi nella sessualità, individuale o di coppia che sia, una terapia fondata sulla multidisciplinarietà della psicologia sessuale può condurre a delle risoluzioni valide delle disfunzioni sessuali. Generalmente la psicologia sessuale applicata al singolo individuo o alla coppia, ha una durata breve ma mirata sull’esplorazione dei conflitti che hanno generato le disfunzioni sessuali.
Psicologia sessuale: quali le competenze del sessuologo?
Nonostante la psicologia sessuale abbia avuto solo di recente un riconoscimento scientifico, allo stato attuale risulta essere una disciplina di grande interesse, specie se messa in relazione all’aumento delle richieste di consulenze in sessuologia da parte di individui alle prese con una molteplicità di disfunzioni sessuali. Infatti, le disfunzioni sessuali, così come la loro multifattorialità, ha fatto nascere sempre più l’esigenza di ricorrere a delle figure professionali competenti, in materia di psicologia sessuale, e capaci di far fronte ai più svariati problemi legati alla sessualità.
L’esperto in sessuologia, pertanto, deve costituirsi come un punto di riferimento e deve avvalersi di una equipe di andrologi, ginecologi, endocrinologi, psicoterapeuti, sociologi e quant’altro per poter far fronte in maniera adeguata a tutti i tipi di disfunzioni sessuali e, di conseguenza, a tutti i possibili fattori che hanno generato tali disfunzioni sessuali. La collaborazione tra le varie figure professionali è alla base di una valutazione dei singoli casi ed è indispensabile affinché si possa trarre giovamento da una terapia incentrata sulla psicologia sessuale.
Infine, si ricordi che la caratteristica principale della sessuologia è l'interdisciplinarietà, per cui ogni intento ed approccio a questa disciplina può essere molto diverso a seconda della figura professionale con cui ci si relaziona. Ogni specialista e studioso espone le proprie conoscenze secondo criteri che sono propri della scienza nella quale si è formato (urologo, andrologo, endocrinologo, ginecologo, psicologo e sociologo) e il suo linguaggio deriva inevitabilmente dalla sue conoscenze.

venerdì 6 maggio 2011

Psicologia sessuale (Parte I)

Psicologia sessuale: cenni di storia e d evoluzione della sessuologia
Le riflessioni sulla sessualità sono assai antiche, infatti già nei papiri egizi risalenti al 4000 a.C. si ritrova traccia della consapevolezza dell’uomo sulla propria sessualità. In realtà, nel periodo in questione non era ancora contemplato né il termine di psicologia sessuale o sessuologia, e né esisteva una disciplina che si occupasse delle tematiche e problematiche della sessualità, ma è pur vero che le riflessioni degli antichi furono il primo imput concreto verso la formazione della sessuologia attuale intesa come scienza.
È significativo ricordare che nel corso dei secoli molti uomini d’intelletto si avvicinarono al mondo della sessualità da un punto di vista psicologico mediante innumerevoli testi tra cui ricordiamo:
"Treatise of the Venereal Disease", opera scritta nel 1788 dal medico John Hunter, il quale dedicò un intero capitolo su una delle disfunzioni sessuali più attuali, ossia l’impotenza.
Psychopathia Sexualis”, interessante opera del 1886 scritta da Richard von Krafft-Ebing, che studiò a fondo le disfunzioni sessuali descrivendo ben 238 casi clinici dell’epoca.
"Trilogia dell' amore" (Igiene, Fisiologia e Antropologia dell'Amore), libro in tre volumi pubblicato nel 1872 dal medico ed antropologo italiano Paolo Mantegazza.
Tre Saggi sulla Sessualità”, è invece il maggior contributo allo sviluppo della sessuologia moderna, realizzato nel 1905 da Sigmund Freud.
Il termine sessuologia fu invece coniato dal dermatologo tedesco Iwan Bloch nel 1907 e proposto come nuovo termine e come nuova scienza nella sua opera "Das sexualleben unserer Zeit in seinen Beziehungen zur modernen Kultur", in cui veniva evidenziata l’importanza di trattare la sessualità mediante l’integrazione di vari aspetti e varie discipline come la medicina, la biologia, l’antropologia, la filosofia, la psicologia, la sociologia e l’etnologia.
A Bloch, considerato come il padre della sessuologia moderna, seguirono altri intellettuali, studiosi, medici e psicologi fino a che la psicologia sessuale non divenne una vera e propria disciplina basata su di un fondamentale obiettivo, ossia quello di  operare in senso preventivo, terapeutico e riabilitativo, e realizzare o mantenere così la salute sessuale. 
Un merito particolare nelle modalità di interpretazione e lettura della sessualità, della psicologia sessuale e delle disfunzioni sessuali è poi dato dagli studi dettagliati di Masters & Johnson, che negli anni ’60 e ’70 hanno dato nuovo vigore alla sessuologia alle terapie delle disfunzioni sessuali attraverso la ricerca delle cause profonde dei comportamenti sessuali e dei disagi ad essi collegati.

martedì 3 maggio 2011

Eccitazione sessuale (Parte III)


Disturbo dell’eccitazione sessuale: definizione
Il disturbo dell’eccitazione sessuale consiste nell’impossibilità di ottenere una risposta eccitatoria soddisfacente a seguito di una stimolazione sessuale. Il disturbo dell’eccitazione sessuale può riguardare sia gli uomini che le donne, anche se la manifestazione del disturbo dell’eccitazione sessuale si manifesta differentemente nei due sessi. Infatti il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile può tradursi in una insufficiente erezione, in una mancanza totale di erezione o in una eiaculazione precoce. Nella donna invece, il disturbo dell’eccitazione sessuale porta o ad una scarsa o mancante lubrificazione vaginale o a dolore durante il rapporto sessuale. Sulla base delle differenti problematiche, che il disturbo dell’eccitazione genera negli uomini e nelle donne, si tende a definire il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile come “disturbo dell’erezione”, mentre per la donna propende la definizione di “disturbo dell’eccitazione femminile”.
Disturbo dell’erezione maschile
Come accennato, il disturbo dell’eccitazione sessuale maschile si identifica il più delle volte nel disturbo dell’erezione maschile. Ma in cosa consiste questo disturbo? Il disturbo dell’erezione maschile indica una disfunzione dell’eccitazione sessuale che non consente di mantenere o raggiungere l’erezione necessaria al conseguimento di un rapporto sessuale. Altre volte il disturbo dell’eccitazione maschile si traduce invece nell’eiaculazione precoce, ossia in una risposta troppo rapida all’eccitazione provata in quel momento.
Il disturbo dell’eccitazione maschile può dipendere da una serie di fattori, alle volte concatenati fra loro, come fattori psicologici, ambientali e fisici.
Inoltre per quel che concerne il disturbo dell’erezione (comunemente definito impotenza), questo può essere sia di tipo permanente (se il disturbo dell’erezione si è sempre presentato nell’attività sessuale dell’uomo) o di tipo acquisito (se il disturbo dell’erezione si è verificato in seguito ad esperienze sessuali positive).
Disturbo dell’eccitazione femminile
Il disturbo dell’eccitazione femminile si identifica con la persistente o ricorrente incapacità di eccitazione, quindi con una scarsità o mancanza di lubrificazione vaginale, sufficiente a conseguire un rapporto sessuale. In alcuni casi il disturbo dell’eccitazione femminile e la conseguente ripercussione sulla lubrificazione portano a dolori intensi durante l’atto sessuale e all’impossibilità di portarlo a termine.
È inoltre importante sapere che il disturbo dell’eccitazione femminile può essere di diversi tipi, ossia disturbo dell’eccitazione sessuale femminile primario (si è sempre verificata l’impossibilità di raggiungere l’eccitazione) disturbo dell’eccitazione sessuale femminile secondario (l’eccitazione si è raggiunta in qualche caso), disturbo dell’eccitazione sessuale femminile generalizzato (l’eccitazione non la si raggiunge nemmeno con la masturbazione), disturbo dell’eccitazione sessuale femminile situazionale (ossia l’eccitazione non si verifica solo in alcune situazioni o solo con alcuni partner).


Leggi anche "Eccitazione sessuale (Parte I)" e "Eccitazione sessuale (Parte II)"